Il pepe selvatico ci dà da fare

Non per niente si chiama pepe selvatico, questa specie di Piper di foresta che da più di 2 anni stiamo cercando di domesticare con scarsissimi risultati. Si moltiplica per talea e ormai possiamo dire che abbiamo provato a fare di tutto. Ad innaffiarla poco, ad innaffiarla molto, a proteggerla dalla pioggia con teli in plastica, con tetti in paglia. Abbiamo provato ogni tipo di substrato cambiando le proporzioni di sabbia, compost e terra. Abbiamo provato a coltivarla in foresta, ai bordi della foresta, lontano dalla foresta. Abbiamo seguito i cicli lunari, lasciato le talee più o meno lunghe, utilizzato ormoni di vario tipo, messi i sacchetti sollevati dal suolo o creato uno strato isolante con ghiaia……nulla da fare i risultati ottenuti sono sempre inferiori al 10% di riuscita. Ossia su 100 talee piantate meno del 10% poi germoglia. Un risultato sconfortante ma anche sconvolgente rispetto ai risultati di altri organismi come il CIRAD od il FOFIFA che ci confermano il 50-70% di riuscita. Non riusciamo proprio a capire dove sbagliamo. Nei mesi invernali di maggio-agosto la percentuale di riuscita è diminuita ulteriormente. Ora con l’inizio della stagione calda ci aspettiamo un miglioramento dei risultati di riuscita. Diciamo che è restata la unica nostra ultima speranza quello di riscontrare percentuali di riuscita maggiori a partire dal mese di settembre-ottobre fino al mese di dicembre in cui abbiamo già sperimentato che il tasso di riuscita diminuisce nuovamente.