Vi chiediamo di non tagliare e bruciare più la foresta!!

Anche quest’anno, a settembre 2017, è stata organizzata la solita missione di sensibilizzazione nei villaggi del Comune di Vohidahy per informare la popolazione sulla legislazione forestale e per prevenire eventuali Tavy (taglia e brucia della foresta) da parte dei contadini locali per appropriarsi di nuove terre. Durante la missione abbiamo constatato che la popolazione di Vohidahy è a conoscenza di quello che non si può più fare in foresta ed infatti i danni rilevati sono minimi. Purtroppo però, nella stessa missione, abbiamo visitato zone di foresta e villaggi posti nella zona sud esterna e periferica al Comune di Vohidahy.

Uno dei tanti lembi di foresta bruciata

Era la prima volta che ci recavamo in tale zona. Ci siamo spinti li perché ci era stato comunicato che gran parte della foresta era stata tagliata e in effetti abbiamo constatato che in massa la popolazione di tale zona ha deciso di tagliare e appropriarsi di nuove terre. Sono circa 15 ettari di foresta tagliata. Durante la missione abbiamo convocato i contadini responsabili dei tagli indiscriminati. Alcuni sono stati sorpresi direttamente mentre abbattevano le piante. Gli agenti forestali hanno convocato parte di queste persone di presentarsi al loro ufficio ad Ambositra. Sono più di 15 famiglie implicate ma le persone che si sono presentate ad Ambositra dopo circa 10 giorni dalla missione sono solo 5. Visto che i giudici del tribunale erano in sciopero durante la loro visita ad Ambositra, le 5 persone sono state solo multate, diffidate e lasciate libere di tornare a casa, con la commissione di non toccare più le parti di foresta da loro abbattute, ossia di non bruciarle e di non coltivarci sopra.

Dopo circa un mese ci è giunta la notizia che tutte le terre di quella zona erano state incendiate per poterci coltivare sopra. Insieme ai responsabili del Parco di Marolambo ci siamo subito mobilitati per organizzare una nuova missione in quella zona, con il rinforzo ora dei gendarmi e con l’obiettivo di catturare quei contadini ribelli e incarcerarli. Dal 9 al 12 Dicembre si è compiuta la nuova missione da parte di 2 agenti forestali, 2 gendarmi, il responsabile del Parco, un responsabile di Tsiryparma e 7 responsabili della Comunità locale Ezaka.

L’incontro con i contadini che hanno bruciato la foresta

Arrivati in zona è stata organizzata una nuova riunione di sensibilizzazione per comprendere da chi quelle persone avevano ottenuto il permesso per bruciare la foresta. Alla fine dell’incontro i 2 gendarmi vestiti in borghese hanno indossato le tenute militari, estratto i fucili e sono state selezionate di nuovo le persone responsabili della distruzione della foresta. Per non creare troppo scompiglio sono state arrestate solo 5 persone che ora si trovano in carcere ad Ambositra e le altre 10 sono state convocate ad Ambositra per pagare la multa. La popolazione di tale zona è stata informata che le terre bruciate non si possono più toccare ma devono ritornare foresta e chi ha costruito la loro capanna su tale terra deve toglierla.

Il corteo guidato dai gendarmi per visitare i lembi di foresta incendiati

Sembra che la gente abbia compreso quale è stato il loro sbaglio. I 5 arrestati sono stati accompagnati da degli anziani e altre persone che si occuperanno di loro nel loro soggiorno in carcere. Dovrebbe non eccedere i 6 mesi. Anche la gente di Vohidahy è stata contenta dell’avvenuto poiché loro da anni non bruciano più la foresta e pretendono che anche i villaggi delle zone periferiche facciano lo stesso.

La visita in foresta con i gendarmi per verificare l’effettiva distruzione

A noi di Tsiryparma dispiace rivestire il ruolo di coloro che promuovono la repressione, sia perché missioni del genere ci costano parecchio, sia perché conosciamo della realtà cruda presenti nelle carceri in Madagascar. Agenti forestali e gendarmi non si muovono dai loro uffici se non abbondantemente indennizzati nelle loro missioni, per fare un lavoro a favore del loro paese e delle loro foreste. Questo è la cosa più fastidiosa ed incomprensibile per noi a cui dobbiamo adeguarci se vogliamo che la nostra azione si concretizzi. D’altra parte lasciare liberi di agire quei contadini incendiari significa approvare il loro operato che l’anno seguente si spargerebbe a macchia d’olio tra le altre persone che da anni non bruciano più la foresta. L’hanno fatto loro e allora possiamo farlo anche noi!