Pepe selvatico: la lotta deve avvenire dal consumatore

Quest’anno sembra che il pepe selvatico in foresta a Vohidahy abbia dato una produzione eccezionale, probabilmente legato al fatto che nei mesi estivi di febbraio e marzo non sono passati cicloni. Dal mese di agosto centinaia e centinaia di raccoglitori si sono riversati in foresta con sacchi, maceti e asce per la raccolta stagionale della spezia pregiata.

Sono persone limitrofe al Comune di Vohidahy, riunite in squadre e commissionate da collettori e affaristi che ingaggiano queste persone per la raccolta. Si accordano per un prezzo di circa 5 euro al chilogrammo fresco. Il prodotto viene consegnato nei principali mercati di scambio della zona posti a diversi chilometri di distanza dalla foresta.

Il periodo di maturazione del pepe selvatico di Vohidahy va dal mese di fine agosto fino al mese di novembre. Raccogliere il pepe a fine agosto significa raccogliere un prodotto per il 60% immaturo.

Come mostra questo video, i raccoglitori una volta entrati in foresta, individuano le piante di pepe selvatico. Queste liane sono legate/agganciate a piante tutrici e producono le bacche di pepe ad altezze che vanno dai 5 metri ai 30 metri di altezza. Per fare prima e per non rischiare di cadere dalla pianta tutrice i raccoglitori abbattono la pianta tutrice. L’abbattimento dura diversi minuti se non diverse ore in base alla dimensione e alla durezza (in base alla specie) della pianta tutrice. A volte l’ascia colpisce anche la liana di pepe selvatico tagliandola alla base.

La pianta tutrice nella sua caduta abbatte a sua volta dalle 3 alle 6 piante che trova sul suo cammino e se per caso resta impigliate ad altre piante allora è necessario abbattere anche queste. Una volta caduta a terra, può avvenire la raccolta da parte dei raccoglitori che naturalmente raccolgono tutto il prodotto sia maturo sia immaturo. La liana subisce sforzi e tiramenti durante la caduta della pianta tutrice che raramente può sopravvivere negli anni successivi, ma ci sono casi in cui la liana di pepe selvatico riesce a sopravvivere e potrà cecare l’appiglio di altre piante tutrici e ricrescere verso l’alto.

Normalmente una liana di pepe selvatico in foresta entra in produzione verso il 7°-10° anno di vita ossia quando raggiunge la luce della parte alta della volta forestale. Otto chilogrammi di prodotto fresco, una volta seccati al sole forniranno un chilogrammo di prodotto secco. Senza luce e senza sole una liana di pepe selvatico non può entrare in produzione.

Noi di Tsiryparma, appoggiati dalla Comunità locale di Vohidahy, definiti i “Custodi della Foresta”, che da anni stiamo lottando per la tutela della foresta di Vohidahy, abbiamo informato il corpo forestale di Ambositra che ci ha risposto che non può fare nulla in una situazione che vede il coinvolgimento di un numero cosi elevato di persone. Anche il Comune di Vohidahy e il Sindaco sono impotenti di fronte a tale situazione. I membri del controllo forestale che hanno provato a fermare queste squadre di raccoglitori sono stati minacciati di morte e gli hanno alzato “l’ascia” di fronte per intimorirli e spaventarli.

Siamo praticamente inermi verso questa situazione e questo assalto alla foresta che oltre all’abbattimento delle piante tutrici, vede anche la deturpazione dell’ambiente forestale attraverso il disturbo e la raccolta di altri prodotti forestali. Spesso queste persone cacciano anche uccelli e lemuri per il loro autoconsumo.

Un vero disastro ecologico dovuto alla raccolta di questa spezia pregiata che poi finisce principalmente nei piatti di noi occidentali, magari di qualche grande chef che si vanta per il gusto e il profumo della sua pietanza, ma non sapendo che dietro ci sta una vera distruzione e deturpazione della foresta naturale del Madagascar.

Siete voi consumatori e acquirenti gli unici che potete fermare tutto questo, non acquistando il pepe selvatico di provenienza incerta e non “tracciata”. Nel dubbio e senza prove tangibili di una raccolta autorizzata e ben gestita è consigliabile non acquistare il pepe selvatico del Madagascar.

Tsiryparma dal 2015 sta esperimentando tecniche di moltiplicazione del pepe selvatico. La specie si può facilmente coltivare anche fuori foresta. Ha anche fatto formazioni alle popolazioni locali per una raccolta sostenibile che prevede l’arrampicamento sulla pianta tutrice.

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